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8 novembre 1993. New York, Sony studios.

Una sera come altre, uno spettacolo come altri, le chitarre, il violoncello e l'atmosfera immersa in una nube di emozioni contrastanti tra loro. Ma per quanto elettrizante possa essere questa situazione si tratta comunque della solita routine. Decisi di fare quattro passi fuori ed immersi le mie converse nere usate nella neve cercando di provare qualcosa che mi facesse capire di essere vivo, di poter sentire, avvertire le cose. Il mio respiro si colorava di bianco per quanto faceva freddo, ma successivamente divenne grigio e distruttivo quando accesi la mia ultima marlboro che avevo conservato gelosamente per quella sera. I miei capelli biondi e ribelli mi ricadevano selvaggiamente sulla fronte dandomi un tono misterioso, era quello che volevo essere. Non voglio essere come loro, non sono uno dei tanti, sono un povero stronzo ma ne vado fiero. Mi metto a camminare sopra un tronco scegliendo di provare il brivido di ondeggiare tra la vita e la morte, osservando il vuoto attorno a me. Quella collina innondata da candida neve era diventata improvvisamente silenziosa e mi faceva riflettere mentre camminavo sopra quel tronco, con la sigaretta tra le labbra secche e le braccia a mo di aeroplano.

"Hey Kurt, ma che cazzo fai? Tra 5 minuti tocca a noi! Datti una mossa, Dave si sta innervosendo" urlò Krist fissandomi e corrugando le sopracciglia.

Mi fermai sospeso nel vuoto e lentamente tornai indietro lasciando cadere inesorabilmente la sigaretta nel precipizio, dio solo sa quanto la invidiai, lei finalmente era libera di cadere e non preoccuparsi più di niente. Mani in tasca ai jeans celesti strappati e via, senza neanche il tempo di prepararmi, ad un altro cazzo di live e questa volta si trattava degli "Mtv unplugged". Mi guardai allo specchio e mi accarezzai con i polpastrelli la barba accennata facendo un mezzo sorriso sarcastico. "Vaffanculo" mi dissi e impugnando il mio maglioncino grigio pensai" Se solo non fosse stato per quella dose a quest'ora sarei cascato giù nel precipizio, assieme alla mia ultima marlboro" per poi dirigermi timidamente verso il palco.

Li osservai tutti, uno ad uno. Cercavo di tenere nascosto il nervosismo dietro la mia faccia da ragazzo ribelle e sicuro di sè, ma in verità ero davvero terrorizato all'idea di poter sbagliare tutto e deludere un sacco di persone. Sono una persona fragile, emotiva e chi legge tra le righe i miei testi può notarlo. Notai Janet Billig con grande sollievo e questo mi rassicurò per un po', volevo le persone a cui tengo di più in prima fila, per darmi forza e coraggio di non precipitare nel burrone.

Cazzo quanta gente che c'era e scommetto che il 90% di loro si aspettavano che cominciassi con "Smell like a teen spirit" magari per tutte quelle ragazzine qui presenti che conoscono solo quella o perché no "heart shaped box". Nah, fanculo, comincio a modo mio.

“Buonasera. Questa canzone è tratta dal nostro primo album, ma molti ancora non la conoscono” dissi e sorridendo con aria di sfida mi lanciai tra le note strazianti di "about a girl", ricordando la mia ex, Tracy, che mi chiedeva sempre perché non le avessi dedicato una canzone. Beh, eccola qui, ascoltala bene tesoro e potrai capire. Nessuno può domarmi, ordinarmi di trovare un lavoro, guadagnarmi soldi da spendere poi per delle pulizie di uno stupido appartamento, vaffanculo anche a te.

Andò bene pare, ma i miei pensieri volavano sulle note di una melodia indeterminata, la mia concentrazione non era troppa ma cercavo di controllarmi. Presentai Pat. "È il nostro nuovo chitarrista. E’ un punk-rocker ad honorem, ma adora i Queen" Scherzai ed il pubblico mi seguì a ruota ridendo divertito.

Ero circondato da applausi, fama e candele nere accese, messe di mia scelta, ovviamente.

Che ne dite di un bel thè? Ecco allora che decido di eseguire "Pennyroyal tea", convinsi Dave a lasciar perdere eventuali backing vocals. Mi prendo la responsabilità e di fatto per quei 3 minuti è tutto nelle mie mani. E' stato un grido, una sofferenza, non arrivai alle note più alte ma era ciò che volevo comunicare al pubblico. Sveglia belli, la perfezione non esiste. Vi ho mostrato la fragilità e l'errore, due elementi fondamentali quindi imparate. Non è finita qui pensai.

Feci una piccola pausa per far riposare le mie corde vocali ed i miei spiriti, so cosa sarebbe successo dopo poco.

Sospirando,quindi, impungai il microfono posto a due centimetri da me e li mandai a fanculo tutti, poiché quella sarebbe stata l'ultima canzone della serata ed attaccai perciò con "Where Did You Sleep Last Night". Mi scatenai, tirai fuori tutto ciò che avevo dentro di me facendo danzare i miei demoni su quelle note. Sentivo che quell'esecuzione stava aiutando a finirmi di sfogare di tutto ciò che avevo dentro, di tutte le mie frustrazioni e inquietudini. Infatti mi cullò in uno stato di alta emozione, quella cazzo di canzone mi scatenò picchi emotivi tali da non riuscire ad accontentare il fottuto pubblico dando loro un bis. Eh no stronzi, nessun'altra volta mi rivedrete così.

Barcollando andai a firmare autografi, impugnando un pennarello nero incisi il mio nome su quei fogli stropicciati, ma non mi sentivo abbastanza vivo.

Me ne andai, lasciando dietro di me gente che mi amava, applausi e fama. Candele spente e sigarette finite.


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